Le spore di Radici Connesse

La spora Giorgia

Per rigenerare il suolo vivo, abbiamo bisogno di rigeneratori.

Gli agricoltori sono i custodi e i protettori della terra.

Dobbiamo creare una nuova cultura della cura della terra in agricoltura”

Vandana Shiva

La spora originaria di Radici Connesse è Giorgia Liberati, ingegnera ambientale –laureata presso l’Università di Bologna– con competenze tecnico- scientifiche nel settore della gestione delle risorse energetiche e della produzione dei fertilizzanti organici, in particolare nella valorizzazione energetica e agronomica dei residui e sottoprodotti di sistemi agricoli di piccola e grande scala.

Tutto nasce durante il periodo universitario a Bologna, dove la presenza dei mercati contadini di Campi Aperti ha cambiato il suo modo di mangiare, di acquistare e considerare il cibo e di relazionarsi con il prossimo e con l’ambiente circostante. Ha scoperto la bellezza e l’importanza delle relazioni, immaginate una rete di contadini locali che si supportano l’un l’altro, costruiscono sistemi alternativi di certificazione, creano legami con i consumatori, i quali diventano dei veri e proprio co-produttori, pronti a sostenerli quando eventi accidentali spesso legati ai cambiamenti climatici mettono in pericolo le loro produzioni/attività, creando un’economia alternativa a quella offerta dalla distribuzione organizzata.

Il mondo contadino e l’accesso ad un cibo sano erano ormai diventati un mantra di vita, fu così che decise di direzionare i suoi studi allora incentrati sulla produzione di energie rinnovabili, avvicinandosi all’agricoltura. Dopo una tesi sperimentale sulla produzione di bioplastiche e biogas da scarti di vinacce e acque di vegetazione olearie e qualche anno in veste di assistente biologica in impianti a biogas, arriva la svolta con la conoscenza dei microbiologi del suolo Claude e Lydia Bourguignon e della D.ssa Elaine Ingham.
Dall’approfondimento dei loro studi ha capito l’importanza della rigenerazione dei suoli per la sopravvivenza del pianeta e dei suoi abitanti: un suolo sano è direttamente proporzionale ad un minore inquinamento dei comparti ambientali, ad una minore interdipendenza da economie esterne e ad un conseguente abbattimento dei costi aziendali, all’accesso ad un cibo sano e nutriente e al superamento di una società dualistica e poco inclusiva. Gli agricoltori sono i custodi e protettori della Terra, ci permettono di sopravvivere e troppo spesso non viene riconosciuto il loro valore. Accanto agli agricoltori abbiamo bisogno di rigeneratori che rendano possibile la costruzione, la diffusione e l’interiorizzazione di una nuova cultura di cura della Terra. Prendere coscienza degli effetti irreversibili e insostenibili dell’attuale modello di consumo della nostra società è oramai un imperativo.
Decisa più che mai a diffondere tali pratiche e facendo tesoro dell’approccio scientifico e ingegneristico, ha preso parte alla rivoluzione Soil Food Web Inc. di Elaine Ingham, diventando una curiosa microscopista e consulente del suolo ufficiali, con il master presso la Soil Food Web School.

Giorgia Liberati attualmente lavora sia in Italia presso le aziende agricole, sia all’estero, nello specifico in Colombia, dove porta avanti progetti sperimentali legati all’autoproduzione di ammendanti e inoculi organici su colture quali canapa e pomodoro.
Con microscopio e fotocamera sta creando un archivio fotografico dei suoli per incrementare la partecipazione e la comprensione da parte dei contadini e come raccolta dati a supporto dei benefici dell’approccio rigenerativo.

La spora Pietro

Per rigenerare il suolo vivo, abbiamo bisogno di rigeneratori.

Gli agricoltori sono i custodi e i protettori della terra.

Dobbiamo creare una nuova cultura della cura della terra in agricoltura”

Vandana Shiva

Pietro è ricercatore in ecologia politica, con una borsa di dottorato presso il Cosmos, della Scuola Normale di Pisa. Il suo interesse di ricerca è all’intersezione fra le tecnoscienze dal basso e le agroecologie contadine. È complice di Radici Connesse, e altre reti di smanettonə con cui svolge ricerche partecipanti e transdisciplinari. Durante anni di nomadismo ha lavorato come pastore e casaro sugli alpeggi, cooperante in Tamil Nadu, facilitatore in un makerspace, o esibendosi come clown. Nel 2019 decide di radicarsi nell’Appennino bolognese, dedicandosi alle autoproduzioni, l’autogestione e altre sperimentazioni. Assieme al Collettivo Epidemia cura la rivista indipendente Epidemia e l’omonimo blog.

La rete di Radici Connesse

Radici Connesse è anche un progetto di collaborazioni con persone e aziende agricole a noi affini in quanto a visioni, ideali e sensibilità.

La prima stazione di compost nasce da Fermenti Sociali, azienda biologica situata in Valsamoggia, tra le prime a gettare le basi dell’associazione per la sovranità alimentare Campi Aperti campiaperti.org, ai tempi caldi dei social forum di Genova.
Da Fermenti Sociali si produce birra a partire dalla coltivazione dell’orzo da miscuglio Ceccarelli, si malta e si fermenta, dalla terra alla tavola.
Oggi vendiamo compost vegano fatto con una ricetta speciale: è stata ideata e testata a partire dagli scarti del birrificio.

Nelle Marche è in corso di sperimentazione una ricetta di compost con i vignaioli di Aurora, un’azienda agrobiologica che ha costruito le proprie radici sulle relazioni, i lieviti indigeni e l’agricoltura naturale. Aurora ci sta permettendo di raccogliere dati sull’applicazione in vigna dei nostri compost biocompleti.